Aprile 24, 2025 Irene Ivoi

Trasparenza informativa per cambiare le nostre scelte di acquisto

Un mese fa vi ho raccontato la storia di Fogo, l’isola canadese che ha scelto  già da qualche anno di accogliere i turisti dando loro anche delle informazioni su come l’economia del territorio visitato distribuisce costi e guadagni di beni e servizi disponibili.

E coincidenza ha voluto che pochi giorni prima Trump avesse iniziato a profilare il rischio dazi.

Soffiava già il vento dell’incertezza e delle paure che hanno poi strattonato e travolto le borse in aprile.

E ancora non si sa come la storia finirà visto che tutto agisce nel solco del “andando, vedendo”, cioè si naviga a vista.

Ma intanto trovo queste due piccole storie che rafforzano le ragioni per cui l’etichetta di Fogo merita di essere raccontata.

La prima è l’esito di un esperimento condotto in una mensa universitaria e riportato in questo documento del 2020. Esso ci dice che indicare ai potenziali clienti il valore economico dei singoli ingredienti adoperati per fare una zuppa di pollo accresceva del 21,1% le probabilità di acquistarne una porzione.

Foto da linkedin

Di solito chi produce non ci racconta i costi sostenuti e splittati nelle varie voci di produzione di un bene. E invece farlo, può aumentare il nostro interesse all’acquisto. Rientra in una psicologia della divulgazione e della fiducia, visto che la trasparenza dei costi attiva la fiducia.

La seconda storia è molto recente e arriva dalla Danimarca.

Salling Group, il più grande gruppo alimentare danese e gestore di supermercati quali Bilka, Føtex e Netto, ha affermato di aver ricevuto richieste da clienti che desiderano acquistare marchi europei, anziché i loro equivalenti statunitensi.

Avete capito bene!

Clienti che vogliono essere aiutati a compiere acquisti senza errori e fortemente orientati a premiare produttori europei.

E allora per favorire questa possibilità di scelta, hanno dichiarato in febbraio 2025 “a marzo introdurremo una nuova dicitura sulle nostre etichette elettroniche dei prezzi di Bilka, Føtex e Netto, dove una piccola stella indicherà se il marchio è di proprietà di una società europea”.

La stella nera indica la provenienza europea.

La notizia promette bene. Peccato che ad oggi non sia riuscita a trovare dei riscontri sulle vendite dei prodotti segnalati.

Spero di riuscire a darvi qualche informazione in futuro.

 

Foto cover: in piazzetta a Santa Caterina al Bagno (LE)  il 23 aprile

Irene Ivoi

Mi sono laureata in industrial design con una tesi di economia circolare nel 1992. L’economia circolare in quel tempo non esisteva ma le ragioni per cui avrebbe dovuto esistere mi erano chiarissime. E per fortuna sono state la mia stella polare. Da sempre progetto strategie, comunicazioni, azioni, comportamenti ispirati ad un vivere più ricco di buon senso e con meno rifiuti.