Marzo 3, 2022 Irene Ivoi

Sei capace, quando fai la spesa, di disinnescare il pilota automatico?

Quando ho intervistato Davide Milani, l’anima ispiratrice di questa storia, mi sono quasi commossa (per far commuovere me su questi temi ce ne vuole…) perché ciò che adesso vi racconto nasce da una domanda che Milani rivolge ai suoi studenti, nel settembre del 2019 “Come dovrebbe essere il supermercato sostenibile del futuro?”.

Quella domanda nasceva dal desiderio di stimolare gli studenti a immaginare un progetto di economia circolare calato nella realtà.

Gli studenti (quattro istituti tecnici superiori coinvolti, in primis l’ITT di Terni) iniziano a progettare un format che farebbe impallidire anche tanti concept ambiziosi che sono circolati in Italia, fin da Expo 2015.

Loro immaginano un supermercato dove innanzitutto si paga solo con carte che incamerano i prodotti acquistati e restituiscono a fine spesa il totale (come le tante pistole salvatempo) oppure agganciando la spesa alla propria carta tramite Nexi per uscire senza neppur passare dalle casse, poi non esistono prodotti confezionati in plastica o in imballaggi non riciclabili salvo una soglia minima di referenze (quindi solo carta, cartone, biocompostabili, metalli, legno e vetro a rendere), l’acqua è accessibile tramite dispenser (l’imbottigliata non arriva nemmeno sugli scaffali), al banco dei freschi si acquista tutto con vaschette riutilizzabili che ci si porta da casa, persino la pizza si compra in vassoi di alluminio a rendere con cauzione, diverse referenze sono sfuse, periodicamente il punto vendita deve ospitare conferenze (fisiche e online) sulla qualità del cibo sano in accordo con esperti, la maggioranza dei prodotti venduti devono essere locali (e quindi si suppone abbiano una filiera corta) e si accettano dai clienti anche segnalazioni su nuovi prodotti da aggiungere, poi, grazie a un algoritmo brevettato, i clienti ricevono bonus da spendere per un importo pari alla quota variabile della Tari –in base a quanto imballaggio riescono a risparmiare-, per i disabili ci devono essere dei servizi ad hoc e la Spesa deve arrivare anche a domicilio con mezzi elettrici o biciclette.

In sostanza gli studenti immaginano un progetto di supermercato capace di far riflettere, capace di abilitare delle nuove azioni (invece che far la spesa con il pilota automatico, come spesso accade anche ai migliori di noi).

Perché per loro la sostenibilità deve diventare azione, comportamento e non restare parola.

Questa storia va in concreto nella direzione di quanto sia utile mettere la sostenibilità in vetrina, proprio come scrivevo un mese fa, ma per tradurla in fatti e non per contemplarla.

E per chi vuol sapere come è finita, vi dico che quel format, dopo un anno (incredibile!) è diventato realtà.

A settembre 2020 a Terni è nato VivoGreen.

In tre mesi 1350 tessere, a gennaio 2022 le tessere erano 2521. È tuttavia una piccola realtà che può insegnarci molto perché è anche un progetto formativo, e sarei pronta a scommettere che tanti comuni italiani la vorrebbero sui propri confini.

Oggi i costi dell’energia mordono mi ha detto Milani un mese fa, ed io gli ho risposto “evitate i surgelati!!”…forse in questo periodo dovremmo decidere di non poterceli permettere. Ma questo è un altro film.

adesso Volete anche sapere se Vivo Green è un nudge?

Vivo green non ti dà la possibilità di scegliere: quando sei dentro, puoi fare la spesa solo alle sue condizioni e quindi, se lo leggiamo in questo modo, non è un nudge.

Ma Vivo Green rende possibile una spesa diversa per chi la desidera.

Grazie quindi al bias della disponbilità, molti nuovi comportamenti con VivoGreen diventano realtà, ecco perché si profila come una spinta gentile verso la direzione che ci sta più a cuore e a cui col cuore dico “Buona fortuna”

 

https://www.youtube.com/watch?v=v0qlZeaeYwA

 

Irene Ivoi

Mi sono laureata in industrial design con una tesi di economia circolare nel 1992. L’economia circolare in quel tempo non esisteva ma le ragioni per cui avrebbe dovuto esistere mi erano chiarissime. E per fortuna sono state la mia stella polare. Da sempre progetto strategie, comunicazioni, azioni, comportamenti ispirati ad un vivere più ricco di buon senso e con meno rifiuti.