Giugno 24, 2025 Irene Ivoi

A tutti quelli che hanno sognato e sognano di volare in Europa con pochi euro

A chi non è parso un sogno volare in Europa con pochi euro?

Anche perché chi ricorda cosa significava volare nel secolo scorso sa benissimo che lusso era salire un aereo.

ti sentivi ricco e privilegiato e probabilmente lo eri davvero.

Oggi volare non è un privilegio, è una comodità alla portata dei più e questo ha accorciato tante distanze fisiche.

A mio avviso in Europa ha contribuito, al pari dei programmi Erasmus, a farci sentire una Comunità in grado di accedere a culture e saperi prima più diificili.

Il peso ambientale dei  voli è però consistente

E  la notizia vera è che non siamo in molti a saperlo. e ancor meno  siamo a chiederci se esiste un impatto (compensabile o no).

Ecco quindi che ancora una volta le domande contano quasi più delle risposte.

Scopro così, seguendo questo  filo  di ragionamenti che in questi anni recenti mi accompagnano intorno al tema del viaggiare, che  Travalyst, organizzazione no profit fondata dal principe Harry, ci sta lavorando.

Vediamo  come?

Partendo dal presupposto, per nulla banale, che i dati sulle emissioni potrebbero rendere i viaggiatori più consapevoli della loro impronta di carbonio e quindi orientare le loro scelte, Travalist ha sostenuto e spinto la loro diffusione.

Attualmente afferma che sono apparsi e quindi disponibili su oltre 130 miliardi di risultati di ricerca voli su piattaforme digitali molto popolari.

Questo è avvenuto grazie al fatto che Travalyst ha costruito il Travel Impact Model (TIM), un modello teso a fornire un’unica fonte di informazioni per calcolare e presentare l’impatto climatico dei singoli viaggi aerei. Il TIM è stato sviluppato da Google, in collaborazione con Travalyst, e convalidato dal suo gruppo consultivo indipendente. 

foto: da Travalyst sito

Grazie al Travel Impact Model, chiunque prenoti un viaggio può leggere le stime  delle emissioni di volo su una serie di piattaforme tra cui Amadeus, Booking.com, Expedia.com, Google Flights, Sabre, Skyscanner, Travelport, Trip.com e Trip.Biz e da aprile 2025, sono apparse in oltre 130 miliardi di ricerche di voli a livello globale.

Ogni partner sceglierà  via via di visualizzare i risultati con un flag, dei numeri o altro visual.

Adesso cosa aggiungere?

Speriamo che questa battaglia per la trasparenza produca scelte conseguenti invece che restare una goccia senza ricadute.

Io senza tema di smentita lo reputo un vero Boost, probabilmente utile visto che oggi i sondaggi condotti da operatori turistici e istituti di ricerca sociale dicono che il problema dell’overtourism ci sta rendendo più sensibili ai risvolti anche ambientali del nostro viaggiare.

Nessuno è disposto a rinunciarvi (lo SAPPIAMO e non ci facciamo false illusioni) ma aumentano quelli che si fanno delle nuove domande e scelgono mete o alloggi anche in base alle proposte di rispetto dell’ambiente.

L’osservatorio EY Future Travel Behaviours nel rapporto 2025[1] indica che l’impatto ambientale è un fattore importante/molto importante per le scelte di viaggio di quasi 1 europeo su 2. 

Sono dati che incoraggiano e a quelle amministrazioni comunali coraggiose che hanno intrapreso un percorso legislativo di divieto della pubblicità di prodotti e servizi che usano risorse fossili, proporrei di aggiungere, durante l’iter e dopo, anche delle contro-informazioni (stile Pubblicità Progresso) su prodotti e servizi  apparentemente innocui (come un volo aereo) e che nascondono tanti impatti “fossili”. 

 

Irene Ivoi

Mi sono laureata in industrial design con una tesi di economia circolare nel 1992. L’economia circolare in quel tempo non esisteva ma le ragioni per cui avrebbe dovuto esistere mi erano chiarissime. E per fortuna sono state la mia stella polare. Da sempre progetto strategie, comunicazioni, azioni, comportamenti ispirati ad un vivere più ricco di buon senso e con meno rifiuti.