Maggio 8, 2024 Irene Ivoi

Meno carne rossa nella nostra dieta…proviamoci anche con il nudge

Chiacchieravo di recente con un amico e collega di tante piccole e grandi battaglie ambientaliste negli anni ’90, Erasmo D’Angelis. Parlavamo di risorse idriche visto che lui ne è grande esperto e autore di numerosi libri uno dei quali è in uscita prossimamente.

Io seguo questo tema a fasi alterne, e confesso di esserne affascinata visto che le informazioni vere e non ammantate di fake news e distopie faticano ad essere riconoscibili e riconosciute.

Il tema del nostro conversare erano i comportamenti da migliorare e aiutare visto che quando si parla di risparmiare acqua si pensa magari a rubinetti da chiudere quando ci si lava

i denti e altre buone pratiche di questo genere.

Per carità!!! Educative sempre ma serve ricordare che i consumi più incisivi, quelli che pesano specialmente come emissione di Co2 complessive (non solo consumo di acqua), abitano altrove.

E questo altrove tocca per esempio la nostra dieta e quindi che ciò che mangiamo.

Ce lo ricorda anche Hanna Ritchie nel suo recentissimo libro “Non è la fine del mondo”, in cui vengono evidenziati alcuni cattivi comportamenti che, a suo dire, più di altri andrebbero corretti. E tra questi si parla proprio di alimentazione e nelle cinque best solution che la Ritchie indica c’è un minor consumo di carne rossa.

Insomma su questo c’è unanimità.

Possono le società private e le pubbliche amministrazioni sostenere una dieta più povera di carne e di CO2?

Senz’altro!

E possono farlo anche usando i nudge.

Ecco due casi che hanno scelto di usare l’ingrediente del default.

Nel 2022 il governo locale di Oslo ha stabilito che i pasti serviti negli eventi pubblici siano per default vegetariani, il che rientra nella strategia cittadina tesa a ridurre le emissioni di gas serra del 95% entro il 2030 (Oslo kommune 2024). Ciò vuol dire che ha usato un criterio di preferibilità (stile i nostri CAM legati all’implementazione del green Public Procurement) per definire le caratteristiche di appalto del servizio di ristorazione e lo ha implementato con il default. Peraltro il suo uso è avvalorato da studi e considerato credibile, tanto che Sodexo North America lo ha sperimentato in un pilota. Condotto in tre università statunitensi (Tulane University, Lehigh University e Rensselaer Polytechnic Institute ) ha generato una riduzione media delle emissioni del 24% quando i piatti vegetariani venivano serviti per default e la carne data ma solo su richiesta. il tasso medio di studenti che nelle mense di quei campus sceglievano piatti a base vegetale è aumentato del 58,3% nei giorni in cui l’opzione vegetariana era in modalità default.

 

I bar dei dipendenti di Google già posizionano la carne alla fine del buffet, favorendo così il consumo di tutto ciò che prima si può mettere sul vassoio. Da un esperimento condotto in quattro delle loro location è inoltre emerso che battezzare con nomi più accattivanti i piatti vegetariani ha accresciuto significativamente la loro diffusione.

 

Curiosa poi la notizia che Burger King ha sperimentato in Austria l’opzione, per il suo classico hamburger, “normale o con carne?” che è ancora più sottile dell’opzione di default perché identifica come normale (uso della norma sociale) il fatto che l’hamburger sia vegetariano. E così sono aumentate del 270% le vendite di quello vegetariano (ma non abbiamo i numeri assoluti) come ci ricorda Matthias Höppner

 

Di recente segnalo, a proposito di impegni anche in Italia per ridurre l’impatto dei cibi, l’iniziativa “Impiatta l’impatto” di Camst e Mugo nelle scuole.

Si tratta di un progetto scientifico che parte dal calcolo delle emissioni di CO2 generate dalla preparazione dei piatti presenti nei menù delle mense scolastiche. Propone quindi nuove ricette vegetali, a minor impatto ambientale e rispondenti alle esigenze nutrizionali dei bambini servite nelle mense una volta a settimana.

Oltre alla riduzione dell’impronta ambientale, il progetto prevede anche una generosa sensibilizzazione grazie a video, schede quiz e guide informative rivolte a bambini, famiglie e insegnanti, che mira a rendere consapevoli tutti i soggetti coinvolti nella ristorazione scolastica sull’impatto delle proprie scelte alimentari e sui legami tra cibo, salute e sostenibilità ambientale.

 

foto di cover: il pesce palla di Caterina Crepax – mostra 2023 “Sotto il segno dei pesci”

 

Irene Ivoi

Mi sono laureata in industrial design con una tesi di economia circolare nel 1992. L’economia circolare in quel tempo non esisteva ma le ragioni per cui avrebbe dovuto esistere mi erano chiarissime. E per fortuna sono state la mia stella polare. Da sempre progetto strategie, comunicazioni, azioni, comportamenti ispirati ad un vivere più ricco di buon senso e con meno rifiuti.