Il tema dei turisti che affollano senza quasi più stagionalità le città d’arte (in particolare) si affaccia all’orizzonte spesso, e in tempi di campagna elettorale diventa rovente.
A Firenze, dove si vota in giugno per eleggere il nuovo sindaco, non esiste assemblea cittadina con i residenti in cui non venga fuori la polemica verso la “politica” che non ha saputo, potuto o voluto gestire i flussi dei turisti e l’impiego di immobili ad essi destinato.
Il problema è duplice con un terzo livello da non trascurare:
- flussi da sfamare e alloggiare significa mangifici ovunque e appartamenti trasformati in alloggi per soggiorni brevi
- l’uso di appartamenti per soggiorni brevi toglie immobili da affittare o comprare per chi intende vivere in una città con queste caratteristiche…. e quindi la città si svuota di residenti.
E qui arriva il terzo livello: infatti meno cittadini ci vivono e più aumenta la povertà commerciale (solo cibo) e l’insicurezza specie notturna poiché ristoranti e bar ad un certo punto della notte chiudono e se nessuno più vive e transita…a voi le amare conclusioni.
Da tempo mi capita di parlarne più o meno pubblicamente e credo che i nudge possano essere uno strumento aggiuntivo per costruire flussi in grado di interagire con luoghi e punti di interesse che non siano solo le mete cartolina che tutti coloro che arrivano in una città d’arte fortemente iconica vanno a vedere.
È impossibile scavalcarle dall’immaginario collettivo, ma molto si può fare per costruire nuovi immaginari sia da parte di chi i turisti li cerca che da parte di chi non li ama più.
A proposito di chi cerca turisti
Vi racconto un progetto che ho conosciuto grazie a Be a Meraviglia, a cura di Marketing Toys e Beople, challenge di progetti turistici e di cui quest’anno ero membro di giuria.
Si chiama “Sentieri Intrecciati” ed è a cura del comune di Serra Riccò che ha partecipato alla sfida. Intende rilanciare turisticamente il proprio territorio attraverso la valorizzazione dei sentieri della zona. L’area si trova in una valle tra l’Alta Via Ligure e il Parco del Beigua e l’idea è di ripristinare 4 sentieri ad anello intrecciati fra loro, diversificandoli per funzionalità e destinatari, affinché molte più persone con differenti bisogni possano usufruirne (camminatori, bikers, adulti e bambini etc…). Stiamo parlando di 40 km in totale che entro poche settimane verranno raccontati grazie ad una mappa interattiva con indicazioni anche su reperti archeologici rintracciati negli anni e visitabili.
Serra Riccò sceglie quindi di attirare turisti interessati alla lentezza, a piedi o in bicicletta, che oggi contano 3,6 milioni di appassionati in Italia secondo dati Enit e Touring Club in collaborazione con Ipsos. Questi sentieri entrano nella REL (Rete Escursionistica Ligure) e intercettano anche i camminatori del sentiero dell’alta via dei monti liguri (AVML), da Ventimiglia (IM) a Ceparana (SP): 440 Km da percorrere in 43 tappe che procede su crinali e passi montuosi capaci di offrire scorci meravigliosi sul Mar Ligure.
E per farlo ha deciso di costruire intorno ai sentieri delle storie che pescano nella letteratura, infatti “il sentiero dei fontanini, detto incatenato” di 8 km che si ispira alla catena di fiabe di Beatrice Solinas Donghi, nata proprio lì nel 1923, si connoterà in futuro grazie a tappe che marcano la narrazione con cartelloni a cura di artisti o istituti d’arte/accademie.
Ma c’è attenzione alla sostenibilità delle esperienze proposte con coinvolgimento attivo di ristoratori e aziende agricole del territorio ma anche promuovendo l’uso del Trenino storico di Casella per arrivarci da Genova senza mettersi in auto. E per chi vuole informazioni portaledelterritorio.serraricco@comune.ge.it
A proposito di chi invece non li vuole
A Palermo appaiono in centro storico scritte sui muri “Tourist go home” visto che è diventato quasi impossibile trovare appartamenti in affitto o da comprare, Napoli versa in medesime condizioni e a Malaga sono comparsi adesivi principalmente su alcune targhe condominiali, con la sigla AT (apartamento turístico) per segnalare la presenza di un alloggio turistico nell’edificio. Ne ha parlato di recente il Post con dovizia di esempi poiché pare che il fenomeno sia diffuso in Spagna con ampio malcontento. Fa riflettere cioè il tentativo di evidenziarli pubblicamente, come i portoni su cui apparivano simboli ebraici negli anni bui del ‘900. Sembra una declinazione di cosiddetta norma sociale che vuole esprimere riprovazione.
Possibile che si debba arrivare a questo?
Vivendo in una città d’arte assediata dai turisti per quasi tutto l’anno credo sia quanto mai necessario investire risorse per far evolvere questo mercato, renderlo più trasparente, rafforzarne qualità, sicurezza, migliorarne l’integrazione con il contesto urbano, attivare progetti affinché i turisti si comportino nel miglior modo possibile rispetto ai residenti e nel rispetto dei residenti. Tutti temi di natura politica (non a caso tornano in auge in fase pre-elettorale) che oggi chiedono alla politica di interrogarsi creativamente e non solo con norme e divieti.
Non è facile….il nodo è difficilmente districabile perché incrocia elementi che vanno dalla tutela e dai principi legati alla proprietà privata, alle politiche sociali, agli interventi e piani di sviluppo urbano, alle strategie di sviluppo del turismo.
parlarne è necessario ma poi passare all’azione è davvero complesso e chi ci sta provando (NewYork, Parigi, ecc) è sotto i riflettori di tutti.
Speriamo che i nuovi sindaci in Toscana riescano a produrre nuove soluzioni, ricorrendo meno alle performance quantitative che eccitano ancora i più, e inventando anche indicatori che, del turismo, esprimano la capacità di rispettare tutti e non solo di aggiungere qualche numero.
foto in cover di Sandro Billi