Dicembre 23, 2022 Irene Ivoi

La sublime Trappola del tempo

Chi ha seguito la presentazione della candidatura di Letizia Moratti qualche settimana forse avrà notato che il prof Andrea Beretta Zanoni ha immaginato il programma con progetti tempificati, alcuni dei quali vanno anche oltre la consigliatura, definendo il tempo un fattore chiave.

Una novità (quasi) assoluta in un programma politico

Eppure così necessaria per esprimere obiettivi credibili e generare fiducia.

Più volte ho scritto, anche in questa piccola rubrica, che la fiducia sta alla base dei rapporti di verità e consenso necessari ai policy maker.

Costruirla è arduo visto che le parole non servono, anzi spesso fanno più male che altro.

Contano (quasi solo) i fatti.

Ma i fatti si costruiscono nel tempo e col tempo e se quindi siamo capaci di dettare tempi che poi rispettiamo, abbiamo già fatto mezzo goal.

Non facile!!

Perché Viviamo in un “tempo” nel quale non abbiamo più tempo.

E chi si occupa di marketing lo sa bene perché la ricerca di un mondo accessibile per esempio con pochissimi click e senza frizioni (effetto frictionless) è l’ossessione di chi veicola proposte di beni e servizi.

Acquista la cosa più preziosa quando fai la spesa: IL TEMPO PER FARE ALTRO

Era questo il claim di una sigla della grande distribuzione.

Sembriamo tutti alla ricerca del tempo perduto.

Peter Drucker diceva “è la risorsa più scarsa che abbiamo e, se non la sappiamo gestire, nient’altro può essere gestito”.

Io nel mio micromondo, chiacchieravo con mio nipote (21 anni) un mese fa di prodotti vintage o abbigliamento usato da vendere su piattaforme online o app, perché ero interessata a conoscere la sua propensione effettiva verso queste soluzioni.

E lui mi dice “Tutto può andar bene ma a condizione di non perdere tempo, non esiste dover prendere un pullover che uso poco, impacchettarlo, portarlo in posta e spedirlo…. cosa poi ce ne facciamo del tempo guadagnato è un altro paio di maniche, visto che magari lo usiamo solo per giocare con lo smartphone”.

Ecco che allora fa capolino un altro tema: la percezione del tempo utile, che va aldilà del tempo effettivamente utilizzato.

E le percezioni spessissimo contano più della realtà.

Inoltre la percezione cambia a seconda delle emozioni che proviamo, e alla base di questo c’è la dopamina, il neurotrasmettitore associato alle sensazioni di piacere, in grado di accelerare o rallentare il nostro orologio biologico. Più dopamina produciamo, più sottostimiamo il tempo.
Viceversa, meno dopamina produciamo, più sovrastimiamo il tempo. Ecco perché quando siamo più felici il tempo vola, nel caso contrario non passa mai.

Ma noi designer di servizi e prodotti circolari perché dovremmo essere interessati al tempo?

Perché  il tempo è un’unità di misura e quindi progettare una proposta sostenibile (nonché i suoi tempi di erogazione e accesso) non può non considerare l’unità di misura del tempo.

Illuminante a riguardo  è la mappa interattiva delle città, City Chrone, che sulle mappate ti dice i tempi per fare quello che ti interessa.

Croce e delizia?

Sì perché la scelta di alcuni prodotti percepiti come più sostenibili richiede organizzazione mentale e un maggior tempo di attuazione.

…basti pensare alla mobilità alternativa all’auto privata, all’uso di pannolini lavabili, ai servizi di cura e manutenzione dei beni al fine di allungarne la vita.

Siamo disposti a trovare dei nuovi tempi per agire nuovi comportamenti?  

Secondo me tanto successo o insuccesso per le buone pratiche invocate dipende da che rapporto ciascuno di noi ha con il tempo.

C’è chi se lo mangia a colazione, chi lo trova dopo cena, chi non ce l’ha mai e se ne fa attraversare o chi riesce a vederlo come un orizzonte vicino.

Il tempo esiste per chi lo sa gestire e diventa una condanna per chi non lo vede, per chi lo insegue sempre e quindi ne viene gestito.

Ancora una volta osservare gli amici è stata una palestra di vita.

A questo punto vi lascio con due caramelle:

  1. a chi progetta servizi sostenibili che si attivano attraverso comportamenti, dico Mai lasciare al caso l’ingrediente tempo perché può diventare l’alibi perfetto per far fallire le migliori proposte.
  2. Io non credo più a quelli che non hanno tempo. L’augurio per l’anno in arrivo è di IMPARARE a trovarlo specialmente per agire quei nuovi comportamenti green di cui il mondo si riempie la bocca.

Quindi “Organizziamoci Meglio” perché il daffare è ancora tanto.

e Buon anno!!

Irene Ivoi

Mi sono laureata in industrial design con una tesi di economia circolare nel 1992. L’economia circolare in quel tempo non esisteva ma le ragioni per cui avrebbe dovuto esistere mi erano chiarissime. E per fortuna sono state la mia stella polare. Da sempre progetto strategie, comunicazioni, azioni, comportamenti ispirati ad un vivere più ricco di buon senso e con meno rifiuti.