Dicembre 29, 2021 Irene Ivoi

Impaginare la sottrazione

Sono un po’ di mesi che rifletto sul potere della sottrazione.

È sempre stata per me una delle quattro operazioni dell’aritmetica meno intuitive e semplici da governare. Mi piacevano di più le altre, erano più generative. E invece adesso vi snocciolo qualche esempio che secondo me ci farà pensare:

  1. Anna Barbara in Sensefulness, Nuovi paradigmi dello Spatial Design (Ed.Postmedia Books) ci ricorda un episodio molto significativo, targato 2017. In quell’anno un supermercato Edeka di Amburgo sceglie di sottrarre dagli scaffali per un giorno l’offerta di prodotti non tedeschi a seguito di polemiche contro gli immigrati accusati di atti criminali e microdelinquenza. La ratio è stata: Se non ci piacciono gli altri, facciamo a meno allora di tutto ciò che da questi paesi altri arriva. Il risultato? Un supermercato quasi vuoto, c’erano solo porri, patate e birra. L’esperienza ha fatto riflettere molto i clienti di quel supermercato, ha richiamato anche l’attenzione dei politici. All’inizio quei clienti hanno pensato a problemi di approvvigionamento….poi hanno scoperto che c’era ben altro.
  2. Elena Granata, nel suo ultimo libro “Placemaker”-ricchissimo di spunti-, ci parla di persone capaci di “disegnare” luoghi, funzioni, esperienze, contesti. Gli esempi sono tanti, colpisce il caso di Daan Roosegaarde che ha anche convinto un’intera città olandese, Franeker, a spegnere le luci, e quindi a fare esercizio di sottrazione della luce per poter vedere le stelle. Un’idea nata durante la prima pandemia, che per quanto mortificante, è stata un esercizio di sottrazione e pazienza molto formativo e indimenticabile.
  3. Ero su un taxi in via del corso a Roma due mesi fa e in un classico lento e caotico procedere, il tassista mi dice: ai Romani toglierei i marciapiedi…tanto non li usano. La frase mi fece quasi ridere, mi sembrò dissacratoria, un bel cazzotto in pancia ma poi riflettendoci pensai che forse non aveva tutti i torti. Se un beneficio mi viene negato, salgono le probabilità di apprezzarlo e farne miglior uso. Minore disponibilità può significare maggiore considerazione.
  4. Sulla stessa falsariga mi capita meno di due mesi fa che dopo una lezione sul nudge uno dei partecipanti, passate diverse ore, mi dice: ciò che ci hai raccontato è terribilmente vero anche fuori dai contesti della sostenibilità, io e mia moglie per esempio facciamo molta attenzione a questi principi nell’educazione dei nostri figli. E abbiamo un problema: loro posseggono tanti giocattoli e non li usano. Per farglieli loro apprezzare ed usare, abbiamo deciso di toglierli dalla loro camera, toglierli dalla loro vista. Solo così li chiedono e ne fanno buon uso.

Questi esempi riportati in sintesi, mi hanno fatto riflettere sul valore del togliere, del fare pulizia, del quasi negare per affermare (e qui si aprirebbe un’altra disquisizione sul potere della negazione), del sottrarre per prestare o chiedere attenzione, e quindi attivare comportamenti diversi, innescare delle consapevolezze e qualche riflessione in più.

Si può fare!

Certo! Magari uscendo da una comfort zone che mal convive con il verbo togliere, animata quasi solo dal verbo aggiungere.

Ovviamente facciamo attenzione ai contesti e quindi al come utilizzare questo ingrediente per arrivare a nuovi outcome.

Per ora mi fermo, vi consegno queste riflessioni, sperando che inneschino nuove idee per il 2022!!

Irene Ivoi

Mi sono laureata in industrial design con una tesi di economia circolare nel 1992. L’economia circolare in quel tempo non esisteva ma le ragioni per cui avrebbe dovuto esistere mi erano chiarissime. E per fortuna sono state la mia stella polare. Da sempre progetto strategie, comunicazioni, azioni, comportamenti ispirati ad un vivere più ricco di buon senso e con meno rifiuti.