Novembre 16, 2022 Irene Ivoi

Quando I cittadini vogliono fare la differenza

Torno a scrivere di mobilità alternativa, quella che dovrebbe essere preferenziale all’(ab)uso delle solite auto.

E lo faccio perché mi colpisce la lettura di alcuni fatti recenti.

Iniziamo dall’ultima sessione degli Stati Generali della Green economy a Ecomondo: che affresco pesante ne viene fuori!

Riempiamo pagine di giornali elogiando l’Italia come campione di economia circolare perché capaci di buone performance in raccolta differenziata e avvio a riciclo facendo finta di non ricordare che l’economia circolare non è solo questo.

Perché dimentichiamo così spesso di citare tutto quello che deve succedere prima per potersi davvero definire circolari?

Perché la comunicazione della circolarità è nelle mani di chi gestisce l’anello finale dei prodotti che giungono a fine vita?

Semplice, perché solo in quella fase siamo davvero bravi e molta strada c’è da fare nei passaggi precedenti, per cui tacciamo ciò che non succede.

Rinnovabili, un passo indietro.

Fa male apprendere, sempre dagli Stati Generali, che le emissioni di CO2 in questo 2022 aumentano (l’Enea dice +8%) e nel 2021 il consumo di energia da fonti rinnovabili, pur cresciuto del 3% sull’anno precedente, è inferiore alla crescita dei consumi totali di energia. Quindi la quota di rinnovabili sul consumo finale di energia è diminuita: dal 20,4% del 2020 al 18,9% del 2021.

La mobilità sostenibile si conferma un territorio da reinventare.

I dati Ispra del 2019 dicono che le emissioni di CO2 in Italia da trasporto stradale sono arrivate a poco più del 31% e siamo in cima alla classifica dell’Unione europea per densità di mezzi di trasporto a motore, con una media di 627 automobili e 140 motocicli ogni 1.000 abitanti, e un parco circolante con un’età media di circa 12 anni e ancora troppo pochi mezzi a zero emissioni.

Che quadretto! Sembra che fuori dalle grandi città o aree metropolitane usare i mezzi pubblici sia quasi una missione impossibile.

E meno male che, come documenta il Rapporto “Investimenti, programmi e innovazioni per lo sviluppo della mobilità sostenibile nelle Città metropolitane” del (ex) Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile pubblicato il 18 ottobre 2022, c’è stato un forte impegno economico nel biennio 2021-2022 per realizzare e potenziare le infrastrutture e il sistema dei trasporti locali sostenibili. Sono stati concessi incentivi all’uso del trasporto pubblico sostenibile e disincentivi per i trasporti non sostenibili, nonché la creazione del Fondo per la mobilità sostenibile, istituito con Legge di Bilancio per il 2022. Ma questi sforzi non sembrano riflettersi in una visione programmatica che potenzi la mobilità sostenibile come scelta possibile nei nostri territori.

I cittadini possono fare la differenza

In attesa di percepire miglioramenti tangibili, due notizie super recenti che riguardano ancora una volta Milano (e una anche Roma) mi consolano:

La campagna NO2 No Grazie

Riparte a Milano e Roma la campagna di monitoraggio civico NO2 No Grazie: i cittadini di queste due aree metropolitane che sceglieranno di partecipare potranno misurare, dal 4 febbraio al 4 marzo 2023, la concentrazione del biossido di azoto. Per farlo è sufficiente prenotare un campionatore sul sito dell’associazione Cittadini per l’aria  e installarlo nelle strade, davanti a negozi, scuole o presso la propria abitazione.
Il tutto corredato da incontri di co-progettazione con i cittadini-scienziati, oltre a gruppi di lavoro nei municipi di Milano e Roma e monitoraggi con le scuole. I cittadini verranno coinvolti nel disegno e nella conduzione di studi epidemiologici sugli effetti delle concentrazioni di biossido di azoto sulla salute fisica e mentale. La campagna è realizzata dall’associazione e i dati raccolti genereranno una nuova mappa con i risultati rilevati nei diversi punti della città.

ProteggiMI: una ciclabile umana a Milano

A Milano un insieme di persone che rischiavano di essere 4 gatti (e invece NO), si sono unite per protestare e chiedere al Comune di far rispettare la pista ciclabile di viale Monza, realizzata nel 2020 e usatissima (+276% di biciclette). Cosa hanno fatto? Un civilissimo flahmob costituito da una fila lunghissima di persone e biciclette sul bordo della ciclabile per ricordare agli automobilisti maleducati che non la si può occupare per parcheggiare abusivamente. Né per bere un caffè né per eseguire un carico/scarico.

Oltre 300 persone, tra cui le nostre Sottosopra, si sono date appuntamento il 10 novembre alle 7.30 e alle 9,00 era tutto finito. Ma questo è bastato per farne parlare i media e sollevare un degno polverone.

Cos’è questo gesto?

Un mezzo intelligente e tra i più civili per chiedere RISPETTO, una parola forse poco trendy ma di antico lignaggio che uso non a caso. Una parola che non va di moda ma chiede attenzione. Tutto questo odora anche di nugde perché il nudge è uno strumento di design dell’attenzione e in questo caso il tutto nasce da un desiderio: correggere un comportamento sbagliato. È questo il link più netto con il nudge.

E quindi mentre corre la notizia di uno studente startupper olandese, Lars Holster, che ha progettato  un veicolo a emissioni negative di carbonio, noi in Italia dobbiamo ancora lottare per conquistarci la normalità, cioè il rispetto di comportamenti educati e civili.

 

Foto di Andrea Cherchi

Irene Ivoi

Mi sono laureata in industrial design con una tesi di economia circolare nel 1992. L’economia circolare in quel tempo non esisteva ma le ragioni per cui avrebbe dovuto esistere mi erano chiarissime. E per fortuna sono state la mia stella polare. Da sempre progetto strategie, comunicazioni, azioni, comportamenti ispirati ad un vivere più ricco di buon senso e con meno rifiuti.