Settembre 21, 2022 Irene Ivoi

Destinati alla distrazione?

Distrazione: elogio o biasimo?

Ci ragiono nei ritagli di tempo da più di sei mesi e nel frattempo accumulo in modo seriale spunti e appunti di vita.

Perché mi interessa e perché ve ne parlo?

Perché non riesco a non osservare i gesti delle persone nel loro quotidiano verso i consumi di energia, acqua e materia.

La distrazione o l’attenzione con cui alcuni differenziano i rifiuti, chiudono i rubinetti, spengono le luci mi costringe a chiedermi perché.

Cioè da dove nascono i comportamenti rispettosi e da dove quelli meno virtuosi.

Abbiamo già appurato, e voi amici di nudge lo sapete bene, che la conoscenza di un problema non è ragione sufficiente per attivare comportamenti virtuosi.

infatti ho già sperimentato che a quelli che non si comportano bene non serve spiegare il perché dovrebbero agire diversamente: essi annuiscono, mi danno ragione e poi nulla cambia.

e allora mi sono chiesta se esiste un problema di attenzione/distrazione.

e qui apro subito una parentesi: ho amato moltissimo Proust quando diceva “è sempre distrattamente -senza volerlo- che ci imbattiamo nella verità”.

La distrazione ispirante a cui egli faceva riferimento è quella che vede le idee più ricche di futuro talvolta nascere quando esci dalla comfort zone e riesci a trovare così nuove sintesi.

Restare nei propri orti non è quasi mai utile ad innescare un rinnovamento; ma quando si parla di gesti sostenibili si entra in un perimetro concettualmente differente.

Cos’è l’attenzione?

la capacità di selezionare informazioni e/o ricordi per poi farne un successivo uso e quindi accedere ad ulteriori stadi.

Gli psicologi dicono che ne esistono di vari generi:

la selettiva: fai una cosa senza disturbi, cioè l’intorno non ti disturba.
la sostenuta: riesci a prolungare l’attenzione, a stare attento per parecchio tempo
la divisa: dividi l’attenzione su più fronti: prendi per es. appunti mentre ascolti la tv o fai sudoku
l’alternata: fai prima una cosa, poi l’altra quasi in contemporanea – shift attentivo
la focalizzata:  se devi percepire un colore riesci a farlo senza fatica. per es. trovare un oggetto rosso in un contesto.

L’attenzione la produciamo naturalmente senza addestramento ed è merce rara perché tutti la vogliono, è democratica perché a disposizione di tutti ed è limitata, come il tempo.

Non puoi comprarla (il tempo in alcuni casi sì) ma puoi allenarla e aiutarla, cioè puoi comprare dei servizi in grado di migliorarne la performance.

La usiamo tutti i giorni, qualcuno si è divertito anche a misurarne economicamente il valore, specie di quella impiegata su internet (Kevin Kelly, L’inevitabile, ed Il Saggiatore, 2017)

….Eppure? Non riusciamo a fare a meno di sabotarla.

Noi naturalmente riusciamo a distrarci trascendendo anche la nostra volontà. Passiamo molto tempo con la testa altrove (mind wandering) ed esperimenti condotti a riguardo lo dimostrano come ci ricorda Paolo Legrenzi in “Quando meno diventa più”.

Peccato che di fatto tanti gesti insensati o sbagliati, che ci trasformano in cattivi consumatori di risorse ambientali, nascono da un perfetto sabotaggio dell’attenzione che si traduce in DISTRAZIONE.

La distrazione è un allontanamento da…

è l’opposto dell’aver cura di…

è l’antitesi dell’amore per…

Sono convinta da circa 30 anni che il rispetto per l’ambiente nasca da un atto di amore e di cura verso la cultura materiale di cui ci circondiamo, e a scanso di equivoci questo è scritto nel mio libro “Se i piatti di plastica….” del 1995.

Ma amare oggetti usa e getta o di scarso valore è arduo (ecco perché andrebbero evitati), quindi lasciamo perdere adesso l’amore (sarà un tema per un altro articolo) e torniamo alla distrazione.

E’ un tema immenso, e così come esiste un’industria dell’attenzione capace per esempio di tenerci davanti ad uno schermo per ore, credo sia arrivato il momento di usare tecniche serie per il design della nostra attenzione anche in campo green.

Le modalità per agire in questo solco sono innumerevoli ed è inutile aggiungere, perché l’avete già capito, che i designer e il nudge sono mezzi fertili e in grado di disegnare l’attenzione ed evitare l’allontanamento da …

E’ un tema su cui prometto riflessioni future…perché spiare gli amici è sempre istruttivo e generatore di nuove idee.

 

 

foto da cover magazine JUNKPAGE n.#93 – luglio-agosto 2022

Irene Ivoi

Mi sono laureata in industrial design con una tesi di economia circolare nel 1992. L’economia circolare in quel tempo non esisteva ma le ragioni per cui avrebbe dovuto esistere mi erano chiarissime. E per fortuna sono state la mia stella polare. Da sempre progetto strategie, comunicazioni, azioni, comportamenti ispirati ad un vivere più ricco di buon senso e con meno rifiuti.