Settembre 3, 2021 Irene Ivoi

Attivismo eco… con lo zampino del nudge

Oggi dilaga la voglia di sentirsi attivi pro sostenibilità in prima persona ed esserlo anche nei fatti (per fortuna).

È una moda?

Forse sì…ma poco male. Perché se così fosse, la mia risposta è: abbiamo bisogno anche di questo per far passare l’importanza dell’essere e fare sostenibile.

La parola “è di moda” non deve fare paura.

Se la sostenibilità diventa un trend, assimilabile a fenomeni modaioli, non ci dispiace.

Ci dispiacerebbe se fosse greenwashing, verbi privi di concretezza.

 

L’attivismo in prima persona nella società 2.0 (quella basata sull’user content generation) non può non passare dall’uso di app e social.

Sto quindi guardando con attenzione da tempo varie app che ci aiutano a mettere a terra comportamenti migliori innescando forme di gioco o competizione.

E mi capita anche che progettisti di app mi chiedano pareri sul come migliorarle o immaginarne una migliore efficacia con criteri nudge.

Mi piace parlarvi oggi di Eco-attivi, sviluppata da Achab Group con il supporto di Giunko srl.

Quest’ultima non è nuova nell’implementare strumenti che abilitano e facilitano buoni comportamenti (vedasi l’app Junker adottata da tantissimi comuni ed enti gestori o il recente progetto EAD- etichetta Ambientale Digitale).

Eco-attivi stimola le buone azioni anche con ingredienti nudge, sia perché utilizza la norma sociale, che restituisce all’utente informazioni di performance rispetto al comune in cui vive o rispetto alle medie nazionali, sia perché agisce sul bias noto come effetto gelo, che consiste in una sorta di pre-engagement a cui diventa più difficile sottrarsi.

Eco-attivi diventa così un binario prioritario da cui partono diversi treni e i comuni possono aderirvi, e quindi convenzionarsi, per costruire e mettere in rete anche esercizi commerciali dei propri territori. Infatti Eco-attivi, che usa il piano di accumulo di punti anche per accedere a lotterie convenzionate, può distribuire valore utilizzabile nei punti vendita validi per i comuni convenzionati.

Molto interessante per la mobilità alternativa: È in grado di riconoscere i passi compiuti e i km in bici (bike to work) percorsi per poi trasformarli in valore automaticamente.
Ti propone anche un quiz a settimana di 10 domande e se conosci le risposte accumuli vantaggi e crea delle missioni collettive che attraverso la gamification generano punti.

Insomma…mi convince e credo francamente (o almeno lo auguro loro) che possa anche maturare e implementare via via nuove azioni perché i comportamenti individuali da migliorare e mettere in atto sono ancora innumerevoli. Il mio amico Carlo Ghiglietti mi diceva qualche settimana fa che recenti indagini sui cambiamenti climatici e conseguenti risposte dei cittadini (alla sfida del come contribuirvi con le proprie performance) ci insegnano che fermarsi alla raccolta differenziata non è più pensabile. Eppure pare sia proprio questa la prima risposta che tanti danno…quindi immaginatevi quanta strada c’è da fare per arricchire i nostri immaginari di risposte e azioni più ricche.

Irene Ivoi

Mi sono laureata in industrial design con una tesi di economia circolare nel 1992. L’economia circolare in quel tempo non esisteva ma le ragioni per cui avrebbe dovuto esistere mi erano chiarissime. E per fortuna sono state la mia stella polare. Da sempre progetto strategie, comunicazioni, azioni, comportamenti ispirati ad un vivere più ricco di buon senso e con meno rifiuti.