Febbraio 12, 2022 Irene Ivoi

Attivare intelligenze collettive

In questi giorni recenti ho avuto il piacere di conoscere Alessandra Storlazzi, grazie all’amica Raffaella Papa e ciò che ci ha unite è stato il nudge.

Ho così scoperto che Alessandra Storlazzi ha seguito molto da vicino il progetto “La promozione della sicurezza sul lavoro: i nudge proposti dai lavoratori” promosso dalla Direzione regionale Inail Campania, dall’Università degli Studi “Suor Orsola Benincasa” e dal Consorzio Promos Ricerche, di cui Alessandra è presidente oltre che docente dell’università Suor Orsola Benincasa.

Il progetto sotto forma di concorso ha inteso Promuovere la salute e la sicurezza in azienda attraverso un modello partecipativo teso a favorire e rafforzare l’adesione alle norme vigenti.

Ebbene sì…le norme vigenti non solo perché vigenti vengono rispettate nel miglior modo.

Ecco che per fortuna qualcuno decide di tentare delle soluzioni ispirate al nudge.

Il primo classificato per esempio ha immaginato di inserire una serie di avvisi quotidiani su device e tablet in uso da parte del personale nell’arco della giornata lavorativa stile memory per sollecitare i comportamenti corretti in ufficio. Il vincitore ha esaminato i lavori e le attività più a rischio per orientare agli interessati più direttamente le “raccomandazione” più utili.

Sul link sopra indicato troverete anche altri esempi premiati e tesi ad ottenere migliori risposte.

Ciò che ho poi scoperto con ammirazione e interesse è il libro “Co-creare valore nella complessità. Architetture, apprendimento, pratiche e valore” che Alessandra Storlazzi e Tiziana Russo Spena hanno pubblicato nel 2018, (ed. Giappicchelli).

Questo libro parla di relazioni (e del loro valore) che nascono grazie ad imprese capaci di generare ecosistemi anche con gli ingredienti del nudge. L’impresa quindi come attore della co-creazione ma capace di attivare intelligenze collettive.

“le imprese in quanto architetti del contesto relazionale hanno un ruolo fondamentale nel collegare le risorse disponibili tra loro e rappresentano la base per avviare processi di apprendimento di tipo dinamico (basati sulla responsabilizzazione, la creazione di aspettative, l’awareness, l’acquisizione di conoscenza), in grado di moltiplicare le relazioni esistenti e di trasformarle in interazioni a vantaggio della co-creazione. Rinnovato risulta anche il ruolo delle imprese nel supportare e sostenere la formazione di razionalità  individuali e collettive non attraverso influenze dettate da meri obiettivi aziendali ma attraverso la progettazione di architetture relazionali per l’attivazione di processi di apprendimento relazionale a diversi livelli: tali processi possono generare un impatto sistemico e concreto per il perseguimento di livelli di benessere individuali e collettivi”.

 E ciò che mi colpisce è la concretezza di tanti esempi spiegati perfettamente e ricchi di ispirazione. Non poteva mancare un capitolo sul nudge, ovviamente descritto perfettamente ma il sesto capitolo mi ha veramente insegnato qualcosa.

E cosa c’è di più interessante e utile quando si legge un libro del portare a casa storie e informazioni che ti mancavano?

Grazie Alessandra Storlazzi e Tiziana Russo Spena!

 

Foto di Nils Jorgensen

Irene Ivoi

Mi sono laureata in industrial design con una tesi di economia circolare nel 1992. L’economia circolare in quel tempo non esisteva ma le ragioni per cui avrebbe dovuto esistere mi erano chiarissime. E per fortuna sono state la mia stella polare. Da sempre progetto strategie, comunicazioni, azioni, comportamenti ispirati ad un vivere più ricco di buon senso e con meno rifiuti.